TRASFERIMENTO DEL LAVORATORE CHE ASSISTE UN FAMILIARE DISABILE: NECESSARIO IL CONSENSO

TRASFERIMENTO DEL LAVORATORE CHE ASSISTE UN FAMILIARE DISABILE: NECESSARIO IL CONSENSO

La Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 29009/2020, ha chiarito un importante principio in tema di trasferimento – disposto senza previo consenso – di un lavoratore che prestava assistenza continua ad un congiunto portatore di handicap.

La Corte d’Appello, in riforma della pronuncia resa dal giudice di prime cure, dichiarava legittimo lo spostamento imposto al lavoratore dalla società datrice di lavoro, in quanto la destinazione del trasferimento era potenzialmente – in quanto più vicina al comune di residenza del soggetto da assistere – più adatta alle esigenze del caso.

Contro tale sentenza, il dipendente ha, pertanto, proposto ricorso per Cassazione.

In particolare, gli Ermellini, accogliendo il ricorso presentato dal dipendente, hanno espressamente rilevato che “il consenso risulta imprescindibile e come tale necessario ai fini della legittimità del trasferimento, che pure sia giustificato da esigenze tecnico organizzative del datore di lavoro, in un’ottica di bilanciamento di diritti che presuppone comunque che il consenso venga reso.”

In definitiva, la conclusione a cui addiviene la Corte fa leva sul principio di diritto secondo cui: “il dipendente che assiste un parente disabile non può essere trasferito senza consenso anche se la nuova sede è più vicina alla persona bisognosa.”

Nota a sentenza del

dr. Antonio PELLICANO

Trainee  Studio Legale Ass.to Avv.ti Dibitonto

dottorando di ricerca in Neuroscience and Education, indirizzo Diritto del Lavoro, presso l’Università degli Studi di Foggia